Molti musei, mostre d’arte e gallerie stanno cercando nuovi linguaggi per mostrare al pubblico i propri capolavori. Questo saggio è una risposta tecnica a tale esigenza.
Il linguaggio che qui viene proposto è quello sub-simbolico delle reti neurali che si fonda sul metodo bottom-up.
I vantaggi di tale approccio sono:
a) Il significato dell’opera emerge progressivamente dai suoi aspetti fisici, percettivi e funzionali in base al principio autogenerativo dei sistemi dinamici;
b) Il linguaggio spaziale dell’opera si trasforma in quello sequenziale di un racconto. Nelle arti visive tradizionali irrompe dunque la dinamica del tempo;
c) La “conversione” di un linguaggio nell’altro avviene secondo precisi criteri neuroscientifici, diversi dalle libere interpretazioni dei creativi;
d) L’intera narrazione si configura secondio una cluster analysis, riportata nelle ultime pagine di questo saggio
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